cronache e opinioni

Viaggi dentro

Nella prima settimana di ottobre il Centro Missionario Diocesano ha proposto una mostra fotografica interculturale. La visita era guidata dal suo autore, il giovane fotoreporter Alex Zappalà, che per 15 anni ha diretto “Missio Giovani”, l’organismo della CEI per l’animazione missionaria dei giovani. Nelle foto scattate in circa 30 Paesi del mondo ha fissato incontri, esperienze, riflessioni, che ha voluto condividere nella mostra, intitolata “Viaggi dentro”; dentro la ricchezza delle culture differenti, dentro le perverse dinamiche economiche, dentro i problemi degli “ultimi”; dentro noi stessi, dove scoprire la preziosa originalità personale e ritrovare la comune, fondamentale umanità, che ci lega ad ogni altro essere umano!
Alcune Classi del nostro Istituto si sono recate nel Seminario Minore di Oristano per vedere le sue foto ed ascoltare i suoi racconti. Ecco i commenti di alcuni studenti.
“È stata una bellissima mostra, che difficilmente si dimentica, poiché non si trattava semplicemente di un’esposizione fotografica, ma di un vero e proprio insegnamento di vita. Alex Zappalà con i racconti delle sue esperienze è riuscito a trasportarci dal Seminario di Oristano, dove si è tenuta la mostra, a posti remoti e dimenticati dal mondo quali il cuore dell’Africa, il Sud America e l’Asia meridionale, ovvero dove le fotografie sono state scattate. Ogni racconto e frase pronunciata mi ha colpito e coinvolto emotivamente in modo particolare per il valore profondissimo che portavano. Ci ha permesso di arricchirci culturalmente e farci prendere coscienza dei problemi reali del mondo a cui nessuno veramente bada. Alex è riuscito ad ispirare e coinvolgere a tal punto da far maturare in noi il desiderio di partire insieme a lui in una delle sue missioni” (Giada Floris, 5a AL).
“La mostra fotografica presentata da Alex Zappalà è stata una lezione fuori dal comune. Mostrandoci un lato del mondo a noi sconosciuto, narrandoci le storie di persone lontane e rendendole vicine, illuminando aspetti bui della nostra realtà, dando un nuovo valore alle piccole cose che spesso sottovalutiamo” (Elena Fois, Giulia Caddeo, Alessandro Di Felice, 5a BL).
“Trovo bellissimo e interessante come attraverso degli scatti fotografici si riesca a raccontare delle storie. L’occhio fotografa e ferma un attimo che mantiene quella forza e quell’entusiasmo che le parole raramente riescono a trasmettere. Nella narrazione dell’autore la realtà dei bambini africani e palestinesi si apre in maniera inattesa alla gioia di vivere, presente in una realtà che ai nostri occhi può apparire solo negativa e tragica” (Claudia Pinna, 5a BL).
“Alex ha raccontato diverse esperienze di vita e ognuna di esse lanciava un messaggio diverso. Una delle storie che ci ha maggiormente colpito e commosso è stata quella della “bambina farfalla”. Nonostante lei fosse consapevole di non poter vivere a lungo e non potersi realizzare (in quanto affetta da AIDS e molto povera) continuava a sperare e sognare di diventare medico. Il fatto che tutte le storie ci siano state raccontate da lui, che le ha vissute in prima persona, ci ha dato delle sensazioni forti, coinvolgendoci nel mondo, raccontatoci da un punto di vista diverso” (5a BU).
Il reale apprezzamento della mostra e l’entusiasmo per i messaggi ricevuti si sono manifestati non solo con l’acquisto del libro in cui sono raccolte le foto e i racconti di Alex, ma in particolar modo quando alcune studentesse sono tornate di sabato pomeriggio accompagnate dai rispettivi fidanzati, per condividere anche con loro questo ideale, istruttivo, avvincente viaggio per il mondo. In uno dei popoli che Alex ci ha presentato, i Wamà del Benin, c’è l’abitudine di riflettere e assaporare con calma tutta la bontà di un beneficio ricevuto, si sente il bisogno di “percorrere tutta la distanza che ci separa dall’altro”, rimandando l’espressione della propria riconoscenza al giorno successivo. Anche noi ci troviamo ora nella condizione di dire ad Alex e a chi ha reso possibile il nostro incontro con lui: fenne na yerika, “grazie per ieri”!

Stefano Mele

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